Storia del Comune

La nascita dell'abitato, che oggi conta circa 1.250 abitanti, si deve alla sua posizione, ai margini di un vasto e fertile altopiano, in posizione dominante sulla vallata del Flumendosa. Da testimonianze architettoniche nelle chiese dedicate a Santa Barbara e San Michele si fa risalire la nascita dell'attuale abitato al medioevo, ed è probabile che i primi nuclei residenti provenissero da vari villaggi oggi scomparsi e da altre zone della Sardegna. Notizie più dettagliate, relative alla dominazione sabauda, descrivono Villasalto come un territorio ricco di foreste e acque sorgive, poco popolato come gli altri centri del Gerrei. Tra i provvedimenti governativi vi fu la costruzione di una strada di collegamento con il Campidano, che i villasaltesi finanziarono attraverso la vendita di parte del loro enorme patrimonio forestale. Forse grazie alla rottura del secolare isolamento, ricercatori liguri e francesi scoprirono in molte zone attorno al villaggio ricchi affioramenti di antimonio, che portarono alla nascita di un importante centro estrattivo, Su Suergiu, destinato a caratterizzare la storia della comunità locale. Nella storia di Villasalto vi sono da ricordare i fatti del 1906, dovuti all'accesa protesta dei minatori per il caro viveri e collegata a fatti analoghi avvenuti in altri centri minerari e in particolare nel bacino minerario dell'Iglesiente. Quei drammatici fatti sono stati ricordati con una stele che commemora le vittime degli scontri del maggio 1906 e con un libro che rievoca il tragico episodio. LE FESTE E LE TRADIZIONI Le feste religiose sono organizzate dai comitati e sono ispirate alla religiosità e alle tradizioni: a SANTA BARBARA sono dedicate le feste della prima domenica di giugno (è questa la festa più importante, seguita in passato da migliaia di pellegrini che giungevano anche dai più lontani paesi dell'Ogliastra), del lO luglio e del 4 dicembre; a SAN CRISTOFORO la festa del 14-15 agosto; a SAN MICHELE ARCANGELO la festa dell'ultima domenica di settembre. La Pro Loco organizza i falò di Sant'Antonio e di San Sebastiano il 17 e il19 gennaio, e la Festa della Montagna l'ultima domenica di maggio. L'identità locale è inoltre rappresentata dal gruppo folk San Cristoforo e dalla Casa Museo Su Mulinu.

Il TERRITORIO DI VILLASALTO (vasto 130,72 kmq) è tra le zone naturalisticamente e paesaggisticamente più interessanti del Sud-Est sardo, ricoperto da estesi boschi di lecci e querce. L'area presenta una morfologia assai movimentata, con alcune cime che sfiorano i 1.000 metri di altitudine, numerose vallate dalle alti pareti verticali, sede di importanti corsi d'acqua che alimentano il FLUMENDOSA. Questo scorre in un 'ampia vallata su cui si affaccia, da imponenti bastionate di roccia calcarea, Villasalto. Dal punto di vista geologico sono presenti formazioni calcaree risalenti al Devoniano, argilloscisti grafitici alternati a porfidi e calcari del Gothlandiano e ancora argilloscisti e arenarie. Sono presenti infine i graniti, nell 'area del massiccio del MONTE GENIS. Da osservare la grandiosa faglia che ha portato al sollevamento delle rocce più antiche rispetto a quelle più recenti e tra queste la vallata del Flumendosa. Il fenomeno è rappresentato da una lunga ed articolata successione di burroni alti anche più di 200 metri che cadono verso il corso d'acqua e che fanno da cornice a ricchi boschi e zone praticamente inaccessibili. Il territorio, sia per la bellezza dei luoghi sia per la mitezza del clima è adatto all'escursionismo. Villasalto, con la MINIERA DI ANTIMONIO "SU SUERGIU", rappresenta una delle località di maggiore pregio del PARCO GEOMINERARIO della Sardegna. Nel territorio sono numerosi i siti di interesse storico-minerario, che facevano capo al villaggio e agli impianti minerallurgici di Su Suergiu. Qui iniziò ad operare nella prima metà del diciannovesimo secolo una fonderia, perfezionata nel corso dei decenni fino a divenire, verso la metà del secolo scorso, uno dei centri di riferimento per la produzione di antimonio in Europa, con oltre 400 operai. Con l'esaurimento del giacimento, nel corso degli anni Cinquanta, la fonderia tratto minerali di altri giacimenti sardi, prima di acquistare la materia prima sul mercato estero. Nei prima anni Ottanta, spenti i forni, tecnici e minatori chiusero definitivamente le gallerie. Della miniera di Su Suergiu oggi sono visitabili gli impianti per la fusione dell 'antimonio, parte degli imbocchi delle gallerie, immersi nel fitto della boscaglia e collegati da piacevoli sentieri. Nei caseggiati che un tempo ospitavano il direttore, i tecnici e gli uffici tecnici e amministrativi, è stata invece realizzata una struttura turistico alberghiera interessante e immersa nel verde, facilmente raggiungibile. Villasalto è ricco di nuraghi, tombe di giganti, una necropoli di epoca romana e chiese. Notevoli anche le testimonianze lasciate da remoti tentativi di coltivazione dei giacimenti minerari. Sempre sotto l'aspetto produttivo da segnalare l'utilizzo come neviere di una serie di circoli nuragici alle falde del Monte Genis. Non mancano inoltre gli esempi di architetture rurali, ben inserite in una campagna ordinata servita da una fitta rete di sentieri e mulattiere, vie di comunicazione tradizionali che oggi permettono di attraversare il territorio e di giungere nei luoghi più interessanti, cosi come per secoli pastori, agricoltori e minatori hanno fatto tutti i giorni. Il centro abitato presente belle costruzioni con graziosi angoli di una Sardegna antica.

LOCALITA' DI INTERESSE STORICO-MINERARIO Ex Miniera di Su Suergiu Il sito più importante per questa area del Parco Geominerario della Sardegna si raggiunge dopo pochi chilometri di strada asfaltata da Villasalto. Si possono visitare il borgo la bella palazzina della Direzione, gli imbocchi delle gallerie collegati da piacevoli sentieri con numerose zone di sosta e ristoro, infine la fonderia, tra le più importanti al mondo per il trattamento dell'antimonio. LE MINIERE ANTIMONIFERE La storia delle miniere antimonifere del Gerrei ha inizio sul finire dell'Ottocento. Nel gennaio 1880 venne aperta lo miniera di Su Suergiu, presso Villasalto, e due anni più tardi Carlo Scaniglia edificò lo fonderia che produceva inizialmente trenta tonnellate mensili di antimonio. Nel 1889 lo miniera passò alla Società Anonima Miniere e Fonderie di Antimonio. Negli stessi anni, ad opera di due imprenditori cagliaritani, iniziarono i lavori nella miniera di Corti Rosas, in territorio di Ballao. Nasceva così sul finire del secolo uno tra i maggiori distretti industriali per lo produzione di minerali d'antimonio, costituito anche dai giacimenti minori di Sa Lilla, Parredis, Genna Flumini (Brecca)e da alcune manifestazioni mineralizzate lungo il Flumendosa. Primo direttore del complesso minerario fu l'ing. Giovanni Battista Traverso, tecnico di fama internazionale, responsabile dello sviluppo del limitrofo distretto argentifero del Sarrabus. Lo sfruttamento delle miniere non fu mai regolare, poiché l'estrazione dell'antimonio, usato principalmente per usi bellici, avveniva soprattutto durante i conflitti bellici. Dopo un buon periodo di sfruttamento legato alla guerra russo-giapponese degli anni 1904-1905, al quale seguì una fase di profonda crisi, le miniere di Su Suergiu e di Corti Rosas e lo fonderia ripresero l'attività con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.L'antimonio prodotto nella fonderia di Su Suergiu rappresentava quasi il 90% di quello prodotto in Italia, utilizzato per le esigenza dell'industria bellica. Si aprirono nuove gallerie, si individuarono nuove zone mineralizzate. Il fervore dell'attività crollò con lo fine della guerra, aprendo un lungo periodo di crisi. La società proprietaria venne rilevata dalla Società di Montevecchio secondo una politica che spingeva verso l'accorpamento delle piccole realtà in crisi in un'unica grande società. Con l'approssimarsi del secondo conflitto mondiale, lo costituzione dell'Azienda Minerali Metallici Italiani (AMMI), controllata dallo Stato, le miniere antimonifere, come del resto molte miniere isolane da tempo in crisi, ricevettero nuovi finanziamenti che riavviarono le produzioni, alleviando le difficoltà di lavoro. Le vicende della guerra, le requisizioni di grano e di bestiame, portarono ad anni difficilissimi per le popolazioni e alla chiusura delle miniere. Nel 1956 venne elaborato un nuovo programma di ricerche legato al Piano di Rinascita elaborato dalla Regione Sarda, ripresero le estrazioni di antimonio mentre l'attività della fonderia procedeva a pieno ritmo con l'installazione di un forno rotativo per lo lavorazione di materie prime provenienti dalla Toscana, dalla Turchia e dalla Cina. In quegli anni di notevoli difficoltà, con un giacimento non più all'altezza dell'impianto minerallurgico (alimentato parzialmente dalla vicina miniera di Corti Rosas), tecnici e maestranze svilupparono tecniche innovative, giungendo ad ottenere riconoscimenti a livello internazionale, con prodotti come l'ltalox, un ossido di antimonio apprezzato per lo sua purezza. Tra questi ricordiamo l'ing. Bernardini inventore di un particolare prodotto colorante, chiamato e brevettato col nome di "Mineral Black". Materia prima per l'apprezzata vernice era lo scisto grafitico particolarmente abbondante a Su Suergiu, utilizzato per decorare lo parte inferiore delle pareti casalinghe (sa fascia). La crisi irreversibile giunse sul finire degli anni Settanta, con il blocco delle attività in galleria e in fonderia, fino alla chiusura negli anni Ottanta, decretata dall'ultima società concessionaria, lo Società Italiana Miniere, del gruppo Eni. Pochi minatori rimasero a presidiare gli impianti, i loro colleghi proseguirono senza seguito una serie di indagini nell'area del Monte Genis, volte alla ricerca e alla coltivazione di un giacimento di f1uorite. Altri furono trasferiti nelle miniere di San Giovanni, Monteponi e Masua, dando luogo ad un lungo flusso migratorio per lo conservazione del posto di lavoro. Ex Miniera di Martalai Le gallerie e le discariche sono raggiungibili dalla strada che collega la valle del Flumendosa a Villasalto. Da percorrere i piacevoli stradelli che scendono nel fondo valle in mezzo ad una fitta e intatta vegetazione, il tutto dominato dalle bellissime e impervie bastionate calcaree (Faglia di Villasalto). Ex Miniere di Sa Lilla e Parredis- Le località ricadono ai confini del territorio di Villasalto e sono raggiungibili dalla s.s. 387. Si tratta di antichi ed importanti lavori di estrazione di piombo e argento, ed è da segnalare l'estesa coltre di boschi che fanno dell 'area una tra le più selvagge del sud-est sardo. Sentiero dei Minatori - Il percorso collega la miniera di Su Suergiu ad Armungia e si snoda lungo una mulattiera. Per coprire la distanza sono necessari circa 40 minuti. Lungo questi antichi sentieri tra orti e vigne, ogni giorno, decine di uomini e donne si muovevano all'alba per raggiungere la miniera, Oggi è un modo piacevole per ammirare bel panorami e un territorio dove il tempo pare essersi fermato. ITINERARIO DI ARCHEOLOGIA MINERARIA Dal piazzale Santa Barbara si ammira un panorama vasto e articolato: il massiccio del Gennargentu, il torrione di Perda Liana e i rilievi dell'Ogliastra, la vallata del Flumendosa e i rilievi più vicini, tra i quali i colli calcarei di Padru e di Sa Corona de sa Rutta Manna, con imponenti bastionate su cui nidificano uccelli rapaci. E' questo il miglior punto di partenza per un itinerario geominerario, Villasalto è infatti un centro che vanta antiche ed importanti tradizioni minerarie, tanto da essere sede operativa del Parco Geominerario. Seguendo la strada principale si imbocca una deviazione a destra che dopo pochi chilometri conduce al villaggio della miniera d'antimonio Su Suergiu. Il gruppo di fabbricati sorti a supporto dell'attività estrattiva è dominato dalla bella palazzina della Direzione, dove sarà ospitato un museo minerario e un centro di documentazione sul territorio, mentre nel resto degli edifici è sorto un bellissimo villaggio turistico alberghiero, immerso nel verde e dotato di piscina. La strada prosegue nella valle costeggiando una serie di piazzali dove sono presenti aree di sosta, zone cottura ideali per pic-nic e alcune sorgenti. Nell'area più bassa si trova la fonderia, un grande complesso di edifici di epoca ottocentesca con macchinari dove è possibile comprendere il ciclo di lavorazione del minerale. Da questo punto la strada costeggia il rio Su Sessini, un corso d'acqua ricco di vegetazione, molto interessante specie in primavera, dove si aprono due interessanti vie escursionistiche, una conduce al Flumendosa (seguendo il corso del rio Ciurixedda), l'altra è l'antico percorso dei minatori che conduce ad Armungia (Sentiero dei Minatori).

LOCALlTA' DI INTERESSE NATURALISTICO MONTE GENIS - Il massiccio montuoso si raggiunge grazie ad una strada asfaltata che ha inizio dall'incrocio per Armungia, lungo la Strada Provinciale n. 27. Il rilievo granitico con la sua imponenza delimita l'altopiano di Villasalto dal Sarrabus. L'area è protetta e rappresenta un'importante colonia per cervi e mufloni. Le pendici e le vallate comprese tra le guglie rocciose sono coperte da una fitta lecceta, entro la quale vi sono numerose ed apprezzate sorgenti. FORESTA DEMANIALE DI MONTE ARRUBIU - Il grande complesso di rimboschimenti è raggiungibile deviando a sinistra, prima di giungere a Monte Genis. Area interessata da recenti ed estesi rimboschimenti, interessanti per il contesto paesaggistico circostante. FORESTE DI SERRA FRONTERA E SERRA LONGA - Si raggiungono dalla SS 387. Si tratta di una serie di vallate e di versanti molto accidentati e rivolti verso l'altopiano di Quirra. Di grande suggestione per l'estremo isolamento e per la presenza di animali selvatici e delle antiche miniere di Parredis e di Sa Lilla. VALLE DEL RIO S'ACQUA CALLENTI - Si raggiunge facilmente dalla SS 387. Il corso d'acqua attraversa un ampio territorio selvaggio, con interessanti siti archeologici, geomorfologici e minerari. Da segnalare la bellissima foresta di Casargius, nei pressi della miniera di ls Crabus. MONTE LORA - Il rilievo domina il Flumendosa e diversi sentieri ne consentono la visita. La montagna è formata da calcari, con vertiginose pareti ai piedi delle quali si estende una ricca foresta. Ampia la vista dalla sommità, interessante l'ascesa dal versante di Villasalto. ITINERARI NATURALISTlCI Di grande suggestione è l'itinerario per Monte Genis e del vicino compendio demaniale di Monte Arrubiu. Entrambi si raggiungono con una comoda strada che, qualche chilometro prima di Villasalto, per chi giunge da Cagliari, lascia la Strada Provinciale 27 per salire fino ai piedi del Monte Genis, una deviazione sulla sinistra conduce invece alla foresta di Monte Arrubiu. Una volta conclusa la strada, in prossimità del limite del bosco, diversi sentieri conducono ad una fitta e secolare lecceta. La salita fino alle guglie graniti che del Monte Genis regala magnifici panorami, in particolare nella zona sommitale quando lo sguardo può spaziare dal Gennargentu alla cresta dei Sette Fratelli, quindi ad abbracciare mezza Sardegna Orientale. La zona più elevata è recintata ed ospita una ricca colonia di mufloni, reintrodotti da una decina di anni, facilmente osservabili, specie alle prime ore del mattino. Non mancano inoltre cinghiali, volpi e conigli. Meritevoli di una visita i siti archeologici di Sa Domu de sa Nì e di Sa Conca 'e sa Tuppa, la ricca sorgente di Zippuledda. Nel primo sito si trovano circoli di notevoli dimensioni, alcuni con il fondo più basso rispetto al terreno circostante, per un utilizzo come neviera, quindi per l'accumulo della neve che in questi versanti elevati è frequente d'inverno, che veniva utilizzata nelle stagioni più calde per la conservazione dei cibi. Solo con ausilio di un fuori strada è possibile raggiungere dal passo di Genn'e Arasili il territorio di Burcei, attraverso territori vasti e interessanti sotto il profilo paesaggistico e naturalistico. Raggiungere Monte Arrubiu è facile, una volta all'interno della foresta è possibile visitare la vicina colonia di cervi sardi in località Casargius, la necropoli romana di Cea Romana ed effettuare escursioni a piedi o in mountain bike. Altri affascinanti itinerari sono quelli che attraversano le vallate del Flumendosa, dei torrenti S'Acqua Callenti, Domueu e Cannachili, e quelli che si inerpicano lungo gli altri monti villasaltesi, quali Monte Lora, Casargius e S'Arbanedda.

LOCALITA' DI INTERESSE ARCHEOLOGICO PERIODO NURAGICO NURAGHE CORROLIA - E'vicino alla SS 387 e al Flumendosa, Nuraghe monotorre, con 8 file di pietre per un'altezza di circa 4 metri e un diametro di 8,5. NURAGHE SERRA MEDAU (o Is Arremadaus) - E' posto a breve distanza dalla SS 387, su uno sperone roccioso all'ingresso della valle del Rio S'Acqua Callenti. Dalla struttura, ben conservata, è formidabile il paesaggio sottostante che faceva del sito una postazione strategica per il controllo di un vasto e fertile territono. NURAGHE SCANDARIU - E 'posto al confine con Armungia lungo la strada che dalla SP 387 raggiunge questo comune. La struttura è parzialmente celata dalla ricca vegetazione e dal materiale di crollo, interessanti le capanne vicine e la posizione dominante rispetto all'area mineraria di Su Suergiu. NURAGHE PALA PERDIXI - E' posto ali 'interno l'area demaniale di Monte Arrubiu .. La struttura è complessa e poggia su un bastione sostenuto da ampi muri .. VILLAGGIO NURAGICO ARCU SA TUPPA - E'posto sotto il crinale Est del Monte Genis e si raggiunge con una breve escursione dalla sorgente Padenti Mannu. La struttura è formata da piccole costruzioni forse a difesa di un sotto stante nuraghe. TOMBA DEI GIGANTI DI ALIGAMU - Il sito si raggiunge con una escursione di qualche ora. E' una sepoltura dalle forme semplici, posta in superba posizione panoramica sulla Faglia di Villasalto e sulla valle del Flumendosa. LOCALlTA' DI INTERESSE ARCHEOLOGICO PERIODO ROMANO NECROPOLI DI CEA ROMANA Il sito è posto entro i confini della foresta demaniale di Monte Arrubiu. Si tratta di un importante quanto misterioso insediamento, forse legato, a giudicare dalle scorie metalliche rinvenute, allo sfruttamento dei ricchi filoni argentiferi nella vicina valle del Rio Ollastu.

LOCALITA' DI INTERESSE SPELEOLOGICO Grotta naturale SA RUTT'E SCUSI - La cavità è di notevole interesse per la conformazione degli ambienti, per le concrezioni, ma sopprattutto per la presenza del raro e protetto geotritone, un rettile particolarissimo che si trova solo in particolari cavità. Vista l'importanza naturalistica, per l'accesso alla grotta è necessaria l'autorizzazione del Comune.

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